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Grand Combin 2025: il ritorno

la memoria dei ghiacci e la responsabilità del futuro nel progetto ice memory

Il ghiacciaio del Corbassière

Sul ghiacciaio del Corbassière, a 4.100 metri di quota sotto la cima del Grand Combin, si è conclusa con successo una nuova missione internazionale nell’ambito del progetto Ice Memory, di cui AKU è sponsor tecnico sin dalla sua fondazione nel 2016. Un’impresa scientifica e umana che conferma quanto sia urgente raccogliere e conservare carote di ghiaccio dai ghiacciai più rappresentativi del pianeta, prima che il riscaldamento globale ne cancelli per sempre la memoria.

Il contributo alla biblioteca mondiale dei ghiacci

Il Corbassière non è un luogo qualsiasi: una prima spedizione per studiare il luogo e capire come poterne estrarre il prezioso ghiaccio era stata compiuta nel 2018. Erano state collezionate due carote superficiali da 15 m e realizzata un'indagine per identificare il miglior sito per la perforazione profonda, fino alla roccia alla base del ghiacciaio, il bedrock. Segue nel 2020 un primo tentativo di perforazione che però si concluse senza successo a causa della presenza imprevista di acqua negli strati profondi, un segnale drammatico della rapidità con cui il cambiamento climatico sta trasformando la struttura dei ghiacciai alpini. “L’analisi di quei campioni aveva mostrato come gli strati superiori avessero già perso parte delle informazioni chimiche custodite nel ghiaccio a causa della percolazione dell’acqua di fusione”, spiega Jacopo Gabrielli, chimico dell'Istituto di Scienze Polari del CNR di Venezia coinvolto nella missione. “Per noi è stata una conferma dolorosa: stiamo perdendo archivi naturali unici molto più velocemente di quanto immaginassimo”.

Cinque anni dopo, nella primavera del 2025, la squadra di ricercatrici e ricercatori del CNR-Istituto di Scienze Polari e dell’Università Ca’ Foscari Venezia, con il supporto tecnico di partner internazionali, è tornata sul ghiacciaio con strumenti adatti alla situazione. Dopo una complessa campagna di indagini georadar per individuare il sito ottimale, i carotieri elettromeccanici ed elettrotermici hanno permesso di recuperare due carote profonde 99,5 metri fino al substrato roccioso. Una di queste sarà analizzata subito, l’altra sarà conservata in Antartide per le generazioni future, contribuendo alla “biblioteca mondiale dei ghiacci” di Ice Memory. In cima al Grand Combin con Jacopo Gabrieli, tra le più entusiaste per il raggiungimento del bedrock ci sono Agnese Petteni e Giulia Vitale, dottorande di Ca’ Foscari. Il loro contributo non si esaurisce nel presente ma è proiettato verso il futuro: nuove metodologie di ricerca e nuove strumentazioni potranno aprire la strada a nuove scoperte ancora nascoste nel ghiaccio estratto.

Le condizioni sul campo sono state estreme: vento, temperature sotto i -18 °C, difficoltà logistiche e la necessità di lavorare per giorni in alta quota, in isolamento. Ma l’impegno ha dato i suoi frutti. “I ghiacciai conservano la memoria del clima e dell’ambiente del passato, ma si stanno ritirando rapidamente a causa del riscaldamento globale”, ricorda Carlo Barbante, direttore scientifico di Ice Memory e uno dei paleoclimatologi più apprezzati a livello mondiale. “Questa è un’opportunità unica per salvare ciò che resta di quella memoria, prima che venga persa per sempre”.

Ice Memory

Ice Memory è un programma internazionale nato con l’obiettivo di fornire, per le decadi e i secoli a venire,archivi e dati sulla storia del clima e dell’ambiente, fondamentali sia per la scienza sia per ispirare le politiche per la sostenibilitàe il benessere dell’umanità.

React Responsibly

Per AKU, partecipare a questa sfida significa ribadire un principio che ci guida da sempre: responsabilità. La responsabilità di produrre calzature di qualità minimizzando l’impatto ambientale, ma anche quella di sostenere progetti che aiutano a conoscere la storia del nostro Pianeta per poter migliorare il rapporto con l’ambiente. Perché non esistono consumatori, ma utilizzatori consapevoli, chiamati a scegliere con attenzione e rispetto.

La missione sul Grand Combin 2025 ci ricorda che il tempo stringe, ma anche che ricerca, collaborazione e responsabilità condivisa possono aprire spiragli di futuro. Quello che oggi viene salvato nei cilindri di ghiaccio sarà un patrimonio prezioso per le generazioni che verranno: un archivio fragile, ma essenziale, per comprendere e affrontare i cambiamenti del nostro clima.