DAL MONTE HERMON AL LAGO DI TIBERIADE

IL SENTIERO DEL GOLAN ATTRAVERSA I TERRITORI SIRIANI OCCUPATI DAL1967, DAL MONTE HERMAN FINO A DOVE IL LAGO DI TIBERIADE DA ORIGINE AL CORSO INFERIORE DEL FIUME GIORDANO
testo e foto di Jacob Balzani Lööv, Ambassador AKU

Siamo presenti in un territorio quando lo percorriamo a piedi

"È da cinque anni che mi ritrovo a camminare e fotografare i sentieri dello Stato di Israele. Durante la mia ultima tappa ho percorso il sentiero del Golan, un percorso che mi ha portato attraverso i territori siriani occupati dal 1967, dalla cima del monte Hermon fino al punto in cui il lago di Tiberiade dà origine al corso inferiore del fiume Giordano."
Dice Jacob Balzani Lööv: fotografo, giornalista e Ambassador AKU.

Il camminare è un aspetto molto importante della cultura Israeliana ed è stato un aspetto molto importante del Sionismo. Secondo il sociologo israeliano Baruch Kimmerling quando una società non ha sovranità o possesso di un territorio può comunque esercitarvi la sua presenza e il modo più semplice è proprio camminare. Bisogna tener conto che per la religione tradizionale ebraica il ritorno in Israele sarebbe avvenuto soltanto alla guida del Messia, un re ebraico che avrebbe portato salvezza non solo agli ebrei ma a tutta l’umanità segnando l’inizio di una nuova era. Alla fine dell’Ottocento gli ebrei conoscevano la geografia di Israele attraverso i testi sacri e camminare è stato il modo più semplice con cui i primi coloni hanno trasformato una terra storica e immaginata in una figura reale e da allora è stata una parte fondamentale dell’educazione Israeliana.

Un territorio di incontro e di scontro

Il percorso si snoda attraverso un altopiano di steppe, in un paesaggio lunare spazzato dal vento, punteggiato da piccoli vulcani e querce solitarie. Su ogni altura, a ricordare il clima di tensione che pervade la regione, basi militari e carri armati abbandonati o distrutti. Distese interminabili di campi ancora minati, per scoraggiare una nuova invasione, si stendono a vista d’occhio.

Il Golan è sempre stata la strada più semplice per muoversi da Damasco al Mediterraneo e sin dai tempi delle grandi civiltà del medio oriente fino all’avvento dell’Islam, alle crociate e alle epoche più recenti è stato terreno di scontro. Sottratto alla Siria e conquistato da Israele nel 1967, durante la Guerra dei sei giorni, è stato di fatto annesso a Israele nel 1981 senza il consenso dalla comunità internazionale. Anche se il Golan non ha mai fatto parte della Palestina del mandato Britannico gli Israeliani lo ritengono essenziale per la sicurezza dello stato non solo dal punto di vista militare ma anche quello idrico dato che vi si trovano le principali sorgenti d’acqua. I siriani se ne sono andati dopo aver perso la guerra ma ancora oggi gli anziani di Damasco ricordano i mercanti che vendevano il pesce fresco del lago di Tiberiade mentre i kibbutzim Israeliani ricordano gli spari dei cecchini Siriani nei campi lungo il confine. Gli unici abitanti che hanno continuato ininterrottamente a vivere qua sono i drusi, un gruppo etnoreligioso che pratica un culto segreto ed esoterico ma che, non avendo pulsioni nazionaliste, non è visto da Israele come un problema. Per qualche giorno si cammina lungo il confine Siriano, ora protetto da una recinzione, visti i numerosi sconfinamenti agli inizi della guerra civile in Siria ed è strano vedere a pochi chilometri di distanza le rovine di Quneitra che fino a pochi anni fa era occupata dall’ISIS.

Viaggiare per prendere coscienza di sé e della propria nazione

Già nel 1968, pochi mesi dopo la conquista delle alture durante la guerra dei sei giorni, le scuole organizzavano le prime escursioni nel Golan nonostante il pericolo dei campi minati perlopiù non mappati. I numerosi incidenti non fecero desistere dalle camminate ma anzi spinsero anche l’esercito a partecipare alla preparazione e marcatura di alcuni sentieri. Già prima della guerra dello Yom Kippur, nel 1973 quando la Siria tentò di riconquistare il Golan, erano state fondate 19 nuove colonie sulle Alture. Camminare nel Golan era una novità, si potevano esplorare nuove terre e paesaggi completamente diversi da quelli a cui erano abituati gli Israeliani, rurali e poco abitati. Oggi le comunità sono 33 e 14 mila ebrei vivono sulle alture. Il sentiero del Golan è stato inaugurato solo nel 2007, congiungendo le città druse, rovine di paesi Siriani, antiche sinagoghe e luoghi della memoria delle battaglie Israeliane, secondo alcuni studiosi la presenza di un sentiero è parte del processo di normalizzazione di questo territorio conteso. Nel 2010 il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che per assicurarsi l’esistenza a lungo termine dello stato ebraico bisogna continuare la pratica di insegnare ai giovani a identificarsi col territorio nazionale: “Il modo più semplice e originale,”dice,”è connettere questi giovani attraverso i loro piedi alla loro patria, prendere conoscenza della loro nazione e viaggiarla camminando.”

Il percorso si snoda attraverso un altopiano di steppe, in un paesaggio lunare spazzato dal vento, punteggiato da piccoli vulcani e querce solitarie. Su ogni altura, a ricordare il clima di tensione che pervade la regione, basi militari e carri armati abbandonati o distrutti.

Jacob Balzani Lööv

Fotografo, Giornalista e Ambassador AKU.
Ossessionato da storie di persone intimamente legate a un luogo particolare, che esprime ponendo molta attenzione su quello che lo rappresenta meglio, la fotografia documentaria.

Camminare è stato il modo più semplice con cui i primi coloni hanno trasformato una terra storica e immaginata in una figura reale e da allora è stata una parte fondamentale dell’educazione Israeliana.